LA QUALITÀ NELLA FILIERA DEL GRANO DURO

La Sicilia è una delle regioni che in ambito comunitario beneficiano dell'aiuto supplementare al grano duro. Con il rapporto ADE del 2000 la Commissione Europea ha messo sotto esame il mercato comunitario del grano duro ed ha puntato l'indice contro l'aiuto supplementare colpevole, ad opinabile giudizio, di avere causato il deterioramento della qualità del grano duro ed avere spinto i durogranicoltori a coltivare prescindendo dai risultati qualitativi. La revisione della PAC, oltre ad introdurre il principio del disaccoppiamento ha previsto, per il grano duro, che il contributo comunitario sarà erogato anche in funzione della qualità delle produzioni.

È ampiamente condiviso che per difendere la competitività sui mercati è necessario, realizzare modelli definiti di strumenti e metodi che permettano di qualificare la materia prima e i relativi prodotti trasformati, attivando sistemi di "controllo qualità" che coinvolgano le fasi di produzione, stoccaggio, trasformazione e commercializzazione. Tali esigenze sono state messe a fuoco dalla Regione Siciliana, che, attraverso il proprio Assessorato all'Agricoltura e Foreste ed il Consorzio di Ricerca "Gian Pietro Ballatore", ha messo a punto una serie di iniziative volte ad incentivare e promuovere la cultura della qualità nella filiera regionale del grano duro.

Il produttore agricolo, che è stato tradizionalmente attento a quella che possiamo definire qualità agronomica (in un contesto di politiche agricole che premiavano la produttività e la capacità quantitativa nella produzione), deve però oggi confrontarsi con la qualità tecnologica e con la qualità mercantile, imposte dai più stretti legami di filiera.

La valorizzazione delle produzioni dell'intera filiera del grano duro deve pertanto individuare metodologie e strumenti di garanzia della "Qualità" che, tenendo conto delle specifiche esigenze dell'industria di trasformazione, interessi tutto il processo: la produzione della materia prima, lo stoccaggio secondo criteri di differenziazione merceologica, la trasformazione e la commercializzazione.

Un obiettivo fondamentale è la riqualificazione del grano duro nazionale sia mediante la diffusione delle corrette tecniche colturali, sia mediante la riqualificazione dei centri di stoccaggio. Questi ultimi devono implementare pratiche di stoccaggio differenziato per partite omogenee mediante il controllo qualitativo della granella conferita al centro e di quella in uscita, destinata alle aziende di trasformazione.

È in quest'ambito che il Consorzio di Ricerca "Gian Pietro Ballatore" ha sviluppato ed implementato, attualmente in 32 centri di stoccaggio siciliani, un Sistema di controllo delle principali caratteristiche merceologiche della granella conferita ai centri di stoccaggio conforme alla Norma UNI EN ISO 9001 (ed. 2000), con l'obiettivo di attribuire alla filiera del grano duro siciliano e nazionale un valore aggiunto, secondo gli standard di qualità individuati da norme riconosciute a livello internazionale.

Tale sistema, al momento, è capace di monitorare la qualità merceologica (percentuale di proteine, percentuale di glutine, peso specifico, umidità, indice di giallo) di circa 1/4 della produzione media annuale siciliana e prevede la possibilità di certificare anche le attività correlate all’uscita del grano dal centro di stoccaggio, destinato alle aziende di trasformazione.

I suddetti obiettivi sono propedeutici alla certificazione di filiera mediante la realizzazione di un sistema di tracciabilità e rintracciabilità, secondo gli orientamenti espressi dal Regolamento CE n. 178/2002 (che definisce la creazione di misure appropriate per garantire la sicurezza alimentare) e dal D. Leg.vo n. 228/01 ("Orientamento e modernizzazione del settore agricolo"), in conformità alle Norme UNI 10939 ("Sistema di rintracciabilità nelle filiere agroalimentari - Principi generali per la progettazione e l'attuazione") ed UNI 11020 ("Sistema di rintracciabilità nelle aziende agroalimentari - Principi e requisiti per l'attuazione").